
con la stoffa di re Salomone e l'occhio rapido dello scugnizzo
L'antica cultura di coloro che fecero dono all'umanità del tesoro dei numeri
post pubblicato in diario, il 2 dicembre 2011
Qui in Occidente, c'è gente talmente spocchiosa da sentirsi
in diritto di giudicare le altre culture con aria di superiorità, auspicando
perfino interventi di esportazione della democrazia e dei diritti umani, invece
di starsene lì a guardare, magari prendendo esempio dagli altri.
Ecco una
storia di quotidiana normalità che si svolge in una di quelle società che noi
Occidentali-mentalmente-chiusi ancora ci rifiutiamo di fare nostra.
 C'è
una ragazza di 23 anni. Non sappiamo che volto ha, né come sono le sue curve
perché è una ragazza saudita imbacuccata dalla testa ai piedi con il niqab nero.
Un suo connazionale gentilissimo le offre un passaggio in macchina e lei, dopo
un po' di titubanza, accetta.
Cosa succede dopo? Lui, invece di
accompagnarla a casa, la porta in una rest house di periferia. A fare che? A
scoprirle gli occhi e innamorarsene? No. A sedurla per fare allegramente sesso
sfrenato, in un paese dove le donne sono invisibili e gli uomini possono solo
fantasticare coi dvd porno? Ebbene no!! Lui è un vero altruista, perciò invita
generosamente quattro dei suoi amici più cari per spartire equamente la preziosa
preda per un'intera notte.
"Be', tutto il mondo è paese!" -direte voi-
"L'antica cultura di coloro che fecero dono all'umanità del tesoro dei numeri
non è poi così diversa dalle nostre sane tradizioni mediterranee..."
Infatti. Però loro, a differenza di noi meschini Occidentali, hanno una
marcia in più. Leggete l'epilogo di questa storia edificante e capirete qual è
la differenza sostanziale fra noi e loro.
Circa due mesi e mezzo più
tardi, la ragazza si accorge di essere incinta di uno dei suoi aguzzini; per
questo si reca all'ospedale chiedendo di abortire.
La donna, non essendo
sposata, viene giustamente trasferita in galera, dove sconterà una pena di un
anno più cento frustate che, per somma magnanimità della corte, le saranno
somministrate solo dopo il parto. Il bambino porterà il cognome della mamma, il
che, nell'evolutissima società araba, sarà il meritato marchio a vita di "figlio
di puttana".
La notizia per intero è riportata in Inglese
da Saudi Gazette:
Come
vedete, quello che da noi è ingiustamente considerato reato di stupro, in una
società evoluta e giusta come quella araba è tutelato dalla legge di Maometto.
Fortunatamente per l'umanità intera, la Primavera Araba ha abbattuto
definitivamente i regimi totalitari del Nord Africa sostenuti dal maligno
Occidente, per far posto anche lì a società sane e giuste guidate da ideali di
antica civiltà. Già in Tunisia si cominciano a vedere i primi risultati; in
Egitto le Elezioni Democratiche stanno evidenziando la vittoria dei Fratelli
Musulmani; in Libia la caduta di Gheddafi ha fatto posto alla vera libertà.
Così potremo essere tutti più felici pensando che finalmente anche in
quei Paesi un tempo soggiogati dall'Occidente, d'ora in poi gli uomini saranno
sottomessi solo alla legge divina, mentre le donne avranno pieno diritto di
sottomettersi totalmente all'uomo e di coprirsi fino all'inverosimile anche col
caldo più torrido. E si spera che così nessuno si sognerà mai più di condannare
chi per diletto stupra una donna che contravviene ai suoi obblighi
morali.
(Dite la verità: dovreste ringraziarmi per avervi fatto
cominciare la giornata con dei pensieri così leggiadri, eh!?)
Ragazze musulmane al mare?
post pubblicato in archivio, il 8 marzo 2010
Ogni tanto
faccio delle ricerche su temi di costume nel web in lingua araba. A tale scopo
mi servo del traduttore automatico di google perché non conosco l'Arabo.
Oggi, col freddo che fa e stanco del pallore invernale, ero alla ricerca
di un po' di mare abbordabile per programmare un week-end non appena esce un
raggio di sole, quando mi viene l'idea: ma come si comportano a mare gli
Arabi?
Così ho tradotto
alcune parole chiave e ho trovato un po' di cose interessanti. Prima fra tutte,
è la demonizzazione del bikini che la stampa araba sta attuando a tappeto,
prendendo spunto dai discutibilissimi risultati di una ricerca
condotta presso l'Università di Princeton dall'equipe di Susan Fisk
Così se in google si mette la chiave "donna bikini" in Arabo, si trova una caterva di
articoli che parlano tutti di quella stessa ricerca, la quale a dir loro
fornirebbe così le basi scientifiche alla "sana abitudine" di cancellare
totalmente dalla vista il corpo femminile! (vedi:
arabic CNN
Delta
Schools Bokra Al-Khayma
ecc.)
Se poi cerchiamo "donne in spiaggia", c'è
davvero poco da scegliere: si trovano unicamente citazioni dello stesso versetto
del Corano.
(vedi: Islam.on.line XN Fatakat)
Vi si afferma che coprire il volto è un bene perché esso scatena
tentazione e desiderio. E la domanda che si pone è sempre la
stessa: "è consentito a una ragazza di scoprire le sue braccia e le sue gambe
mentre è sulla riva del mare?"
La risposta è unica: la donna può scoprire solo con molta moderazione i propri "ornamenti", ma
esclusivamente in assenza di persone che non rientrino nella categoria dei
"mahram", ossia di quelli che non possono nutrire desideri sessuali illeciti nei
loro confronti (mariti, padri, fratelli ecc.. Vedi qui sotto)
Nur
versetto 31: E di' alle credenti di abbassare i loro
sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che
appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro
ornamenti ad altri che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti,
ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai loro fratelli, ai figli dei loro
fratelli, ai figli delle loro sorelle, alle loro donne, alle schiave che
possiedono, ai servi maschi che non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che non
hanno interesse per le parti nascoste delle donne. E non battano i piedi, sì da
mostrare gli ornamenti che celano. Tornate pentiti ad Allah tutti quanti, o
credenti, affinché possiate prosperare.
Il bello è fare la ricerca per immagini con la stessa frase. Provare per credere!
Se poi al posto di "donne in spiaggia" inserisco come
chiave di ricerca immagini
"ragazze in spiaggia" trovo nel sito di Al-Quds la foto di ragazze in bikini
su di una spiaggia libanese, dal titolo: LIBANESI GODONO SULLA SPIAGGIA. Poi
l'articolo continua così: "Il libano può godere di una sfilata di moda sulla
spiaggia, in una località balneare vicina alla città archeologica di
Byblos."
Inutile dire che segue una sfilza infinita di commenti, tutti
rigorosamente maschili, in cui si alterna l'odio verso gli Ebrei che seminano
questo genere di schifezze, con le maledizioni a quell'immagine definita
"avidamente lussuriosa", oppure che dà "l'idea di bestie al bagno"... Poi c'è
chi protesta che così non si va da nessuna parte e che i problemi sono la
liberazione della Palestina e non le ragazze "nude" in
spiaggia.
Uno osserva:
"Vi
sembra questa una cosa interessante da commentare, per amor di
Dio!
Cosa c'è di sbagliato negli Arabi? Se si fosse
trattato di un fatto storico, politico, o di un articolo scientifico no ci
sarebbero stati tanti commenti!
Quando invece l'argomento
è irrisorio e stupido, tutti hanno qualcosa da dire! Foto
di spiaggia, matrimoni, fatwa sessuale, roba civile, critica alle altre
religioni attirano un sacco di ragazzi! Se vogliamo un
cambiamento dobbiamo tralasciare le cose futili e interessarci alle cose
reali! Non si andrà da nessuna parte con la mentalità che
hanno gli Arabi e le loro priorità. Vergogna!"
Poi c'è un altro che fa:
"Sai che il mare si arrabbia quando uomini e donne si
mescolano nella loro nuda vergogna. Allora come vuole questa nazione una
vittoria contro gli Ebrei?"
Insomma in Arabo "ragazze
in spiaggia", quando non è pruderie, significa perdizione, guerra, maledizione
divina.
Alla stessa voce, un'altra immagine ritrae tre
ragazzini che trascinano verso l'acqua altrettante pecore. La didascalia
dice: "violentate tre ragazze."
"Le donne a Gaza non trovano niente di male ad andare a mare. Ma
mantenendo il vestiario islamico", si legge su Hejabweb.
"Mentre in Francia il velo viene vietato, le coste di Gaza
vantano migliaia di donne al bagno vestite accuratamente secondo i dettami
dell'islam con hijab, niquab, jilbab. Queste donne non trovano nulla di male a
starsene sedute in spiaggia a Gaza a preparare i pasti per i loro figli, o a
scendere un po' in acqua e nuotare per hobby anche se per pochi metri perché le
donne di Gaza non hanno ancora una formazione adeguata in questa specialità.
L'inquinamento del mare non ferma le migliaia di famiglie che sfuggono al caldo
torrido di questi giorni."
E conclude così: "La
madre di Ahmed crede che le ragazze giovani pensano troppo a godersi la vita
allontanandosi dalle buone abitudini e dalla fedeltà ai costumi e alle sane
abitudini, e condanna ciò che avviene su altre spiagge. Dice: 'Non vorrei mai
vedere una donna mezza nuda sul litorale di Gaza, questo sarebbe distruttivo per
la società, e possono farlo solo le bambine di età inferiore a dieci
anni.'
Infine, una vignetta
dall'alto contenuto morale
La didascalia dice: "Queste immagini mostrano quanto
rischiano le ragazze a fare certe cose, e cosa può accadere a chi le ragazze non
le rispetta e non le considera come sorelle!
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