A volte conviene inventare un popolo
per bassi scopi.
Un po' come i leghisti inventarono il popolo
padano.
Un giorno un tizio mi porta l'immagine di queste
monete come prova dell'esistenza della Palestina nella Storia
:
Io gli faccio presente che quella è la moneta britannica
introdotta con l'invasione inglese della regione. E gli mostro le Lire Turche
che erano in circolazione fino a poco tempo prima, quando gli sciacalli ancora
non avevano fatto scempio dei resti dell'Impero Ottomano.
E gli
spiego che su questa moneta, in numeri che lui non conosce ma che io conosco,
c'è incisa la data del 1336 dell'Egira che equivale al 1918 dell'Era Volgare.
Poi, per completare la lezioncina di storia, gli mostro la cartina della regione
in questione che, prima dell'avvento dell'esercito di sua meastà britannica, si
chiamava Suriye Elayeti, ossia provincia di Siria.
E gli
spiego che la provincia di Siria era suddivisa in tre distretti:
- Damasco,
con popolazione musulmana
- Beirut, con popolazione in parte cristiana,
suddivisa nelle tre aree: a sud i copti, al centro i maroniti e al nord i
greco-ortodossi
- sangiaccato di Gerusalemme, con popolazione prevalentemente
ebraica.
Ed è stato più o meno così per diversi secoli. Di "Palestina" e di
un sedicente "popolo palestinese" non c'è mai stata traccia. Poi gli ho mostrato
una cartina di raffronto degli antichi confini con quelli degli stati attuali,
molti dei quali fatti con la squadretta da Inglesi, Francesi, usurpatori
sauditi ecc..
Oggi l'Italiano Medio si commuove pronunciando la
parola "Palestina", perché crede sia il nome della Terra di Gesù. Ne è convinto:
un po' perché a scuola ha studiato svogliatamente la storia, un po' perché i
libri di testo spesso fanno schifo.
Così accade che l'Italiano Medio ignori
che il nome "Palestina" fu imposto a quella terra solo nell'anno 70, come
dispregiativo (Palestina=terra dei Filistei, popolo già a quel tempo esitinto da
secoli), insieme al nome di "Aelia Capitolina" per Gerusalemme. Nomi imposti con
odio contro quegli ebrei che proprio non volevano arrendersi alla potenza di
Roma.
Solo allora fu inventata la "Palestina": e fu un nome in uso solo fra
i Romani, per designare quell'area formata dalle province che loro stessi fino
ad allora avevano sempre chiamato "Iudea", "Samaria",
"Galilaea".
"Palestina", quella che poi per molti secoli è stato il
sangiaccato di Gerusalemme, regione a maggioranza ebraica della "Suriye eyaleti
", la provincia di Siria dell'Impero Ottomano, in cui ebrei e cristiani erano considerati come galline dalle uova d'oro, perché erano gli unici obbligati a pagare le tasse (dhimmi), mentre i musulmani ne erano esentati, tranne quelli benestanti che versavano lo zakat destinato ai loro correligionari indigenti.
"Palestina" è un nome che
ritorna in uso soltanto dal 1920 al 1948 con il "Mandato
Britannico".
L'unica bandiera di un qualcosa chiamato "Palestina" è quella del Mandato Britannico.
La bandiera in uso attualmente dall'Autorità Palestinese non è altro che la bandiera
della Giordania, cui è stata omessa la stella hashemita."Palestina", terra che gli Ebrei hanno sempre chiamato
"Israele", così come i Greci hanno sempre chiamato "Hellas" la loro terra,
quella regione del Mediterraneo che per noi è "Grecia" e per i Turchi era, ed è
tutt'oggi, "Yunanistan".
Il 14 maggio del 1948, con la nascita dello Stato
d'Israele il nome "Palestina" muore di nuovo. Muore, ma poi risorge il 17 luglio
1968 con la "Risoluzione del Consiglio Nazionale Palestinese", che
recita:
«La Palestina è la patria del popolo arabo palestinese; è parte
indivisibile della nazione araba, di cui il popolo palestinese è parte
integrante. La Palestina, entro i limiti che aveva ai tempi del Mandato
Britannico (ossia gli attuali Israele + Giordania + Territori dell'Autonomia
Palestinese + Gaza, n.d.r), è un'indivisibile unità territoriale.» (fonte:
http://www.pbmstoria.it/unita/duepopoli/Doc/carta_olp.htm)
Insomma, la
"Palestina" rinasce, allo scopo di eliminare Israele, lo stato degli Ebrei. Ma
agli occhi dell'Italiano Medio la sua rinascita appare come una lotta di poveri
contro ricchi, invertendo, per chissà quale mistero, il ruolo dei due attori.
Non sono ricchi i latifondisti arabi, NO. Sono ricchi gli ebrei, anche quelli
più sventurati!
E' ricca la gente che arriva su carrette del mare per
ricongiungersi ai propri connazionali, sfuggendo a un'Europa che li ha
perseguitati per secoli, tenuti ai margini, messi al rogo, infornati ad
Auschwitz.
E' ricca la gente che, dopo millenni trascorsi nei paesi del Nord
Africa, è costretta a lasciare da un giorno all'altro tutto, per sfuggire
all'odio fomentato dalla propaganda.
E' ricca la gente vestita alla men
peggio che, senza casa e senza nulla, fonda comunità basate su principi
socialisti e prende la zappa in mano per dissodare terra rimasta incolta per
secoli in mano a latifondisti egiziani o siriani, riscattata a peso d'oro,
pagandola a quegli stessi padroni che con quei soldi pensavano alle armi da
comprare per riprendersi tutto.
E' ricca quella gente. Ed è davvero molto
ricca: ricca di fame, ricca di miseria, ma soprattutto ricca di speranza, ricca
di inventiva, ricca di spiritualità, ricca di senso pratico, ricca della propria
cultura pluri-millenaria e di tutte le culture con cui si è
confrontata...
Mentre è povera la "Palestina". E lo è soprattutto
nell'immaginario dell'Italiano Medio: è come una sorta di Sierra Maestra
mediorientale, in cui il prode Arafat, presentato come un Guevara, combatte
contro l'arroganza degli israeliani, ricchi e prepotenti, paragonabili agli
yankee e perfino ai boeri razzisti del Sud Africa!
La "Palestina" di Arafat
l'egiziano, il pupillo di Muhammad Amin al-Husayni, alleato di Hitler e
fondatore della Legione Araba, quell'esercito di criminali che marciavano al
passo dell'oca sulla terra degli Ebrei e che intendeva attuare la Soluzione
Finale anche lì!
"Palestina". Una lotta di liberazione per l'Italiano Medio.
In realtà, uno sporco gioco degli Inglesi prima, dei Russi e degli Americani
poi, come ci raccontano David Horowitz e Guy Millière in Comment le peuple
palestinien fut inventé, libro non ancora tradotto in Italiano e di cui vi
opropongo alcuni passi.
Speriamo di vederlo nelle nostre librerie al più
presto.
(dal libro: Comment le peuple
palestinien fut inventé, di David Horowitz, Guy Millière)
(....) Fu, nota Ion
Mihai Pacepa, ex-capo della Securitate rumena, nel suo libro "The Kremlin
Legacy", in un giorno del 1964, « fummo convocati a una riunione congiunta del
KGB a Mosca ». Il soggetto della riunione era di estrema importanza: « si
trattava di ridefinire la lotta contro Israele, considerato un alleato
dell'Occidente nel quadro della guerra fredda che conducevamo». La guerra araba
per la distruzione di Israele non era suscettibile di attirare molti sostegni
nei « movimenti per la pace », satelliti de l’Unione Sovietica. Dovevamo
ridefinirla. Era l'epoca delle lotte di liberazione nazionali. Fu deciso che
sarebbe stata una lotta di liberazione nazionale: quella del "POPOLO
PALESTINESE". L'organizzazione si sarebbe chiamata OLP: Organizzazione per la
Liberazione della Palestina. Alla riunione parteciparono membri dei servizi
siriani e egiziani. I Siriani proposero il loro uomo, come futuro leader del
movimento : Ahmed Shukairy, e fu accettato. Gli Egiziani avevano il loro
candidato : Yasser Arafat. Quando fu chiaro che Shukairy non sarebbe stato
all'altezza della situazione, fu deciso di rimpiazzarlo con Arafat, e, spiega
Pacepa, costui fu "fabbricato": abbigliamento da Che Guevara medio-orientale,
barba di tre giorni da avventuriero. «Dovevamo sedurre i nostri militanti e i
nostri contatti in Europa».

Yasser Arafat nel 1964
Quaranta e passa
anni dopo, l'opera di seduzione sembra aver avuto un netto successo. Non solo la
« lotta di liberazione nazionale del popolo palestinese » appare giusta e
legittima, ma nessuno mette più in discussione l'esistenza del "popolo
palestinese". nessuno osa dire che questo popolo fu inventato a fini di
propaganda: nessuno sembra voler ricordarsene. Nessuno sembra volersi ricordare
che la creazione del "popolo palestinese" fu un utile strumento della lotta
dell'Unione Sovietica contro l'Occidente, durante la Guerra fredda.
E
infatti: la lotta di liberazione nazionale inventata dal KGB ha fatto la sua
strada: ci sono stati gli accordi di Oslo e la creazione dell'autorità
palestinese in Giudea Samaria, c'è stata l'emergenza di Hamas poi, dopo la
caduta dell'URSS, l'inserimento di una dimensione islamista nel conflitto. C'è
stato, soprattutto, con Oslo, il riconoscimento da parte del governo israeliano
dell'invenzione del KGB, il "popolo palestinese", invenzione che è sfociata
nell'idea dei "territori palestinesi" "occupati" da Israele.
Noi siamo oggi
in uno dei momenti nei quali la parte islamista che tiene Gaza e la parte
derivata dall'OLP che tiene Ramallah, cercano di ottenere un riconoscimento
internazionale all'ONU, avendolo già ottenuto all'Unesco, con il sostegno di
paesi come la Francia. (....)
Testo francese a questa pagina:
http://levysimon.over-blog.com/article-le-kgb-et-le-peuple-palestinien-92509611.html Per approfondimenti: Ion Mihai Pacepa, The Kremlin Legacy, 1993. (mai
tradotto in
italiano)
http://www.amicidisraele.org/2012/04/il-kgb-e-la-nascita-del-popolo-palestinese/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=il-kgb-e-la-nascita-del-popolo-palestinese